Di che cosa mi occupo

Come Psicologo clinico e psicoterapeuta svolgo la mia attività professionale a Ravenna.

Disturbi e problematiche trattati :

  • Disturbi d’ansia, attacchi di panico
  • Paure, Fobie
  • Disturbi  di origine psicosomatica
  • Disturbi dell’umore, depressione
  • Disturbi di  personalità
  • Disturbi del  comportamento alimentare                                                                  
  • Disturbi  ossessivo – compulsivi
  • Dipendenze affettive,  da sostanze e da internet
  • Condotte a rischio in  adolescenza
  • Problematiche  evolutive in adolescenza
  • Sostegno alla  genitorialità
  • Problematiche  di coppia
  • Problematiche  relazionali
  • Conflitti  famigliari

L’ansia

I sintomi d’ansia vengono normalmente differenziati in psichici e somatici.La persona ansiosa vive normalmente paure immotivate riguardanti tutte il suo mondo e prevalentemente legate alla salute propria e dei propri cari e alla propria situazione economica e lavorativa. Per queste persone tutte le novità costituiscono una fonte di apprensione e di disagio continuo.

Anche il corpo e i suoi apparati possono essere coinvolti nella sintomatologia ansiosa; i più frequenti sono la tachicardia, le extrasistoli, il cardiopalmo, la dispnea, i dolori toracici, i disturbi intestinali, la sudorazione, le vertigini. All’esordio della sintomatologia ansiosa possono seguire e associarsi sintomi depressivi.

Le più frequenti forme di ansia sono :

  • L’ Attacco di panico
  • L’ Agorafobia
  • Il Disturbo di panico  senza agorafobia
  • La Fobia specifica
  • La Fobia sociale
  • Il Disturbo ossessivo-compulsivo
  • Il Disturbo d’ansia generalizzato
  • Il Disturbo post traumatico da stress

La depressione

La diminuzione del tono dell’umore e la riduzione o perdita degli interessi e degli affetti costituiscono i sintomi peculiari e sempre presenti, anche se a vari livelli di gravità, in qualsiasi episodio depressivo.

La persona si sente triste, scoraggiata, poco reattiva; sono presenti spesso idee legate all’impossibilità di essere aiutato, alla mancanza di speranza e alla difficoltà di vedere e progettare il futuro.

Sono inoltre presenti sentimenti di inadeguatezza, di autosvalutazione e di indegnità.

La mimica facciale è spesso ridotta e il malato riferisce i suoi disturbi con un eloquio stereotipo e monotono. La persona riferisce la diminuzione, fino alla completa scomparsa, dei suoi interessi in tutti i campi (lavorativo, sociale e familiare). Molto spesso la persona si lamenta di non riuscire a provare sentimenti per le persone care (genitori, figli, amici, etc.) e di sentirsi inaridito e vuoto.

A volte ci può essere un rallentamento di tipo motorio, nel linguaggio, difficoltà a ricordare, a concentrarsi, si può essere indecisi e incapaci di risolvere problemi anche di poco conto.

Anche il sonno può avere delle modificazioni: risvegli notturni centrali e anticipati al mattino, insonnia o ipersonnia. Cala l’appetito, ma può esserci anche un bisogno aumentato di alimentarsi, specialmente con carboidrati con conseguente aumento di peso. La persona a volte può apparire irrequieta e agitata, con difficoltà nel mantenere la stessa posizione seduta, girando per la stanza e lamentandosi continuamente. Spesso può diventare irritabile, disforico e talvolta aggressivo e ostile.

Anche la sessualità presenta delle modificazioni, può essere presente un calo della libido e del piacere. Uno dei sintomi somatici che spesso viene riferito dalla persona è l’astenia: ci si sente privo di energie, stanco, spossato, facilmente affaticabile. Può essere presente pesantezza muscolare alle gambe e alle braccia anche in assenza di attività fisica.

Nel bambino e nell’adolescente la depressione differenziata tra episodi depressivi fisiologici dovuti al continuo cambiamento e adattamento evolutivo e aspetti patologici relativi ad un blocco traumatico.  Solitamente i sintomi depressivi vengono osservati e segnalati dai genitori o dagli insegnanti con descrizioni soggettive che spesso non riportano al vero vissuto del bambino.

La depressione del bambino si differenzia da quella dell’adulto per la presenza nei bambini piccoli di pianto continuo, riduzione dell’interesse per i giochi, una disaffezione graduale ma continua verso gli amici e i compagni di sport (per i più grandicelli). Spesso c’è una diminuzione marcata della performance scolastica, con la comparsa di aggressività, irritabilità, disturbi dell’appetito e del sonno. Raramente il bambino esprime vissuti e sentimenti di inadeguatezza o indegnità.

Negli adolescenti i sintomi più frequenti sono oltre a quelli descritti per la depressione, l’irritabilità, il ritiro scolastico e sociale e a volte l’assunzione di droghe, alcol con relativi comportamenti antisociali. Il quadro depressivo se sottovalutato può portare il ragazzo anche ad atti autolesionistici fino al suicidio. Anche nella persona anziana la depressione si può manifestare attraverso tristezza, perdita di interessi, riduzione del sonno e dell’appetito. I sintomi fisici senza una reale causa organica dimostrabile sono al centro della sintomatologia dell’anziano. La preoccupazione per le proprie funzioni vitali (evacuazione, digestione, diuresi ) raggiungono livelli elevati fino a idee fisse di tipo ipocondriaco.

L’ansia costituisce spesso un sintomo fondamentale della depressione, solitamente la persona è preoccupata per la sua salute e quella dei suoi familiari, per la sua situazione economica e per ogni novità. L’anziano può mostrare l’umore irritabile, aggredire verbalmente e a volte fisicamente congiunti o amici con i quali non aveva mai avuto problemi in precedenza. Sopporta sempre meno anche minime frustrazioni. Possono comparire disturbi della memoria, confusione mentale, disorientamento che comunque richiedono una diagnosi differenziale rispetto a quadri clinici di demenza.

Non tutti i quadri depressivi presuppongono una terapia esclusivamente farmacologia. In molti i casi un trattamento psicoterapeutico strutturato o di supporto costituisce una parte integrante della strategia terapeutica della depressione. Le due tecniche (farmacoterapia e psicoterapia) non devono essere viste in contrapposizione, ma facenti parte di un comune intento terapeutico (Pancheri-Brugnoli,1999).

L’ipocondria

L’ipocondria, in greco significa sotto la cartilagine, e individua una precisa zona del corpo, dietro le costole, dagli antichi ritenuta sorgente della bile nera e della bile gialla, prodotte rispettivamente dal fegato e dalla milza. Questo fece attribuire per lungo tempo il carattere melanconico delle persone ipocondriache .

L’ipocondria è costituita dalla preoccupazione con dubbio o dal convincimento acritico di essere gravemente ammalati. Questo tema, affiancato da sentimenti di ansia somatizzata è alimentato da importanti senzazioni corporee, muscolari, osteoarticolari o neurologiche.

Nonostante gli esiti negativi degli esami diagnostici e le rassicurazioni del medico il malessere e la paura delle malattie permane e interferisce negativamente impedendo una normale vita di relazione, domestica, lavorativa e sociale.

Anche in presenza di un disturbo organico non grave accertato, vi è sempre una preoccupazione esagerata ed una interpretazione, intermini di grave malattia, dei disturbi avvertiti.

La funzione della relazione con l’altro è nell’ipocondria elemento fondamentale in quanto è l’altro che viene ritenuto inadeguato, ed è sull’altro che vengono scaricate la rabbia, l’ostilità ed il risentimento, per non essere capito e creduto.

È sempre l’altro (coniuge, familiare, amico, collega di lavoro, medico etc..) ad essere continuamente sfidato a trovare soluzioni ritenute inutili per lenire i dolori o le paure.

Tutti questi sentimenti restano in genere inespressi, o non sono espressi in modo diretto, ma vengono veicolati attraverso canali somatici ed attraverso il ruolo di malato, che alla fine diviene il mezzo principale con il quale la persona mantiene un rapporto ambivalente, spesso ostile con gli altri.

Con il passare del tempo l’ipocondria tende ad aggravarsi fino a divenire un vero e proprio stile di vita, nonché il centro attorno al quale far ruotare non solo la propria esistenza, ma anche quella delle persone affettivamente più vicine.

Le capacità lavorative, le interazioni con gli altri, si riducono fino ad arrivare ad un grave impoverimento del proprio pensiero e delle emozioni, concentrandosi sempre di più sui propri disturbi e sui propri timori.

L’ipocondria può essere transitoria ( casi frequenti) se si presenta come il risultato di una risposta allo stress. Due possono essere gli stress più comunemente chiamati in causa: la perdita o la grave malattia di un familiare affettivamente significativo per la persona. Questa forma tende a regredire con la risoluzione degli eventi stressor, ma può anche mantenersi nel tempo se sostenuta dal sistema socio-affettivo in cui è inserito il soggetto (Vella-Siracusano,1991).